#43 – La folle corsa di Carlo Mazzone

Carlo Mazzone - Le foto che hanno fatto la storia del calcio

Stavolta ad entrare nella storia non è una giocata, un’acrobazia, una parata o un gol. No stavolta ad entrarci di diritto nel cuore è uno sfogo. Un’esultanza rabbiosa che allo stesso tempo ci fa sorridere di fronte all’autore di tale gesto.

Il protagonista principale è Carlo Mazzone, sor Carletto per gli amici. A tutto potresti pensare, tranne a quello che successe quel 30 settembre 2001.
Allo Stadio Mario Rigamonti di Brescia va in scena l’altro derby del nord tra #BresciaAtalanta.
#Mazzone, allora allenatore del Brescia, viene accolto da uno striscione che recita “Mazzone AlleVatore” dove la lettera “N” è sostituta dalla tipica “V” della maglia dei bresciani.

Il match si mette bene per il Brescia con una rete di Roberto Baggio, ma di lì a poco l’Atalanta cresce e rifila ben 3 reti ai padroni di casa, dando adito così ai tifosi di inneggiare a sfottò di tutti i tipi, in special modo verso Mazzone.

L’allenatore romano, dopo aver sentito dei cori contro la madre, inizia ad alterarsi visibilmente. Al 75′ Baggio accorcia le distanze e Mazzone si gira verso la curva bergamasca intimando “Se famo er terzo vengo sotto la curva”.

I bergamaschi si gongolano e continuano a dare vita a sfottò, ma la vendetta è dietro l’angolo e a servirla è ancora una volta il “Divin Codino” ad andare in gol a tempo ormai scaduto.

Mazzone è incontenibile: una scheggia impazzita che nessuno riesce a fermare, un fiume in piena che si dirige verso la curva nerazzurra con una foga e un ardore che, nonostante tutto, ha un retrogusto incredibilmente romantico.

Per questo gesto riceverà 5 giornate di squalifica che accetta senza far ricorso. Un gesto che lo rende un eroe, un cavaliere pronto a dar tutto per difendere ciò che ama di più.